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Cenni
storici
Era
il 1932 quando un gruppo di volontari diede vita
al primo nucleo organizzato della 'Schola Cantorum San Pietro Pambio'. A conferma di ciò esiste
il quaderno di cassa di quell'anno, oltre ad alcune
testimonianze di diversi anziani della parrocchia,
che confermano la data.
Si trattava di giovani uomini e donne dei tre comuni
della parrocchia cattolica di San Pietro: Paradiso,
Pambio-Noranco, Pazzallo, mossi dal desiderio, diremmo
quasi dall'ardore, di animare con canti sacri, le
celebrazioni liturgiche, sotto la direzione e con
l'accompagnamento musicale del Mo. Renato Zappa.
Uno degli artefici della nascita del gruppo, fu
certamente il compianto sig. Ernesto Cedraschi,
attivo membro della "Confraternita Beata Vergine
del Carmine".
E’
oggi curioso scoprire che i frequentatori del coro
versavano una quota mensile di 50 centesimi, come
testimoniato dal registro degli iscritti del 1936.
Occorre inoltre menzionare una curiosità viva
nel ricordo di diverse delle persone ascoltate per
la stesura di questo libretto: negli anni precedenti
al 1932, durante le principali funzioni religiose,
si era diffusa la consuetudine, di accompagnare le
celebrazioni con degli strumenti musicali suonati
da bambini e adolescenti della parrocchia, strumenti
tutt'oggi conservati.
Questi
i direttori, che si sono succeduti fino ai nostri
giorni:
Renato Zappa, Bianchi, Sosio, Iten, don Ernesto Bové
, Italo Nodari, Andrea Isolini, Mario Milani, Giancarlo
Crivelli, Giovanna e Francesca Parzani, Andrea Schiavio.
Alla
fine degni anni '30, fu imposto, dalle leggi ecclesiastiche
del tempo, il "veto" alle corali miste, così
rimasero a far parte del coro solo uno sparuto gruppo
di uomini. Un ulteriore taglio all’organico fu dato,
all’inizio del II conflitto mondiale, dalla chiamata
alle armi.
Gli
anni della guerra
Nel buio periodo del conflitto, le sorti del coro
vacillavano. Fu grazie al vicario della parrocchia,
don Ernesto Bové, che il coro ricevette un
nuovo impulso. Giovane sacerdote, originario della
Svizzera francese, amante dello sport e della montagna
(ha compiuto più di 20 scalate di 4000 m.),
don Bové, che aveva studiato lingua e letteratura
italiana all’Università di Friburgo, trascorse
a San Pietro Pambio gli anni dal 1941 al 1946. In
quel periodo egli fu direttore del coro e organista.
Con lui il livello artistico crebbe notevolmente,
grazie al suo estro e alla sua passione.
Sempre in quegli anni, don Bové aveva fondato
la “Filodrammatica”, piccola compagnia teatrale composta
da giovani della parrocchia, diretta dall’abile regia
di Aldo Crippa, che con il contributo della corale,
e l’accompagnamento all’armonio di Andrea Isolini,
si esibiva in operette, per lo più di tipo
comico. Anche questa iniziativa ha lasciato un forte
ricordo nei parrocchiani più anziani.
Nel 1947 don Bové venne trasferito a Bienne,
dove fondò la “Missione Cattolica Italiana”,
in una terra affollata da emigranti italiani, con
mille piccole e grandi esigenze. In una intervista
del 30 luglio 1986, egli ricorda gli anni di Pambio
così: “…essendo allenato con i ticinesi, sarei
potuto riuscire anche con gli italiani. Gli anni trascorsi
a San Pietro Pambio mi furono indubbiamente provvidenziali,
sia per la pratica della lingua italiana che per la
conoscenza dell’indole e del carattere italiani”.
Dopo
la partenza di don Bové, fu direttore della
corale il Mo. e organista Italo Nodari. Di lui si
ricordano le messe cantate, a quattro voci, e una
“Ave Maria” da lui musicata, per coro a due voci femminili,
presentata poi il 22 giugno 1997, in un concerto a
San Pietro, sotto la direzione del Mo. Andrea Schiavio,
che ha voluto tributare un omaggio a questo suo importante
predecessore.
Periodo
di Giancarlo Crivelli
Dopo
la parentesi compresa tra il 1968 e il 1971, in cui
Giancarlo Crivelli fece parte del coro in qualità
di corista, vice maestro e cantante solista (baritono),
sotto la direzione del maestro Milani, nel 1981 era
stato costituito un gruppo di bambini e giovani, coordinati
dall’allora organista della parrocchia, Franca Genola.
Il gruppo, animato dalla voglia di cantare i nuovi
canti religiosi che si erano affermati da diversi
anni nella chiesa cattolica, trovò in Giancarlo
Crivelli colui che sposò questa voglia, e,
avendone le capacità e la preparazione musicale,
diresse il rinato: “Coro Giovanile San Pietro Pambio”.
Dal primo nucleo iniziale si giunse al considerevole
numero di circa 40 coristi, di età molto eterogenea:
principalmente bambini e adolescenti, e alcuni adulti
(solo donne) che costituivano il rinforzo necessario
per sostenere le giovani voci bianche.
Il gruppo così formato cominciò a crescere,
a migliorarsi, ad infoltirsi di nuove voci, e ad avvalersi
di strumenti come la chitarra suonata da Michele Isolini,
e alcune volte la tromba suonata da……
Dal 1982 in poi la vita del coro riprese sempre maggiore
slancio, con concerti in diverse occasioni e in diverse
parrocchie del Ticino, frequenti erano anche gli appuntamenti
denominati: “Una sera di musica”. Sempre in quegli
anni ’80 frequenti sono state le messe animate dal
coro e trasmesse alla radio.
E’ stato il 1984 probabilmente l’anno più ricco
di impegni e soddisfazioni. Durante quell’anno il
coro animò una messa trasmessa in diretta televisiva,
il 18 marzo, che costituì un grande successo.
Bisogna infatti dire che il coro giovanile era una
novità assoluta per il Ticino.
Sempre nel 1984 si portò a termine un lungo
lavoro di gruppo, in collaborazione con il parroco
don Erico Zoppis, di preparazione al Natale, culminato
con un Concerto di Avvento con alternanze di letture
sacre e canti, appositamente scelti e studiati, il
tutto inciso su una cassetta. Quella serata costituì
sicuramente un grande momento di riflessione per tutta
la comunità parrocchiale presente in massa
nella chiesa di san Pietro Pambio.
Il gruppo proseguì il suo cammino fino al 1987,
ma essendo composto principalmente da giovani e giovanissimi,
tutto il carico organizzativo e logistico era affidato
alle mani dei pochi adulti che collaboravano, così
si giunse al punto in cui prevalse la stanchezza,
e che portò all’esaurirsi di quel ciclo, con
lo scioglimento del “Coro Giovanile”
Gli
adulti che facevano allora parte del coro, non volendo
lasciare cadere nel nulla una così bella esperienza,
continuarono a cantare, riorganizzandosi, e mantenendo
il repertorio, sotto la guida delle sorelle Giovanna
e Francesca Parzani fino al 1996, quando in un altro
momento di difficoltà, il coro vacillò.
Nel gennaio 1997 fu ingaggiato il maestro Andrea Schiavio,
comasco, diplomato al Conservatorio di Mantova,organista
presso la Basilica di San Abbondio (CO), docente di
Teoria e Analisi musicale presso la Scuola di Ballo
del Teatro alla Scala (MI). Con lui è giunta
una ventata di idee nuove, e per certi versi dirompenti.
Da subito il Mo. Schiavio assunse il doppio ruolo
di organista e di direttore del coro.
Dopo i primi mesi per conoscersi, e per conoscere
le potenzialità del gruppo, il nuovo maestro
ha iniziato un lavoro con cui è stato rivoluzionato
l’intero repertorio, iniziando così una nuova
stagione, in cui si richiedeva al gruppo di scrollarsi
di dosso l’idea di essere un coro di “non professionisti”,
ma piuttosto di convincersi che bisognava fare, al
meglio delle proprie possibilità, ogni cosa,
esattamente come dei veri professionisti.
Abbiamo iniziato così dagli esercizi di respirazione,
per finire con quelli di dizione dei testi; si è
iniziato a studiare pezzi del miglior repertorio classico
dei grandi compositori, senza distinzione di epoche,
stili, e lingua. Così abbiamo messo in cantiere
“Ave Verum” di Mozart, corali di Bach, “Deutche Messe”
di Schubert, e altro ancora. I coristi hanno dovuto
innanzitutto cambiare mentalità, adattandosi
a cantare, oltre che in latino, in lingue non conosciute
a tutti, come l’inglese e il tedesco, e inoltre anche
il livello di difficoltà affrontato, è
cresciuto notevolmente. E’ diventata anche una consuetudine,
la collaborazione con solisti di professione, come
il soprano Hiroko Ito, laureata in canto presso l’Università
di Tokyo, ed esperta concertista, o con il baritono
Giancarlo Crivelli, già direttore del coro
negli anni del “ Coro giovanile”.
Con crescente frequenza il coro si avvale dell’accompagnamento
oltre che dell’organo o del pianoforte, di strumenti
come tromba e trombone.
Dopo le prime uscite in pubblico nella Chiesa di San
Pietro, per le Messe di Pasqua e SS Pietro e Paolo,
e in un primo concerto nel giugno 97, è giunto
il momento della prima prova in pubblico “in trasferta”,
con il concerto di San Martino a Rebbio (CO), dove
sono stati raccolti i primi buoni frutti del lavoro
fin lì svolto.
Quella di dare dei concerti è ormai una prassi
consolidata. In questo modo il coro può raccogliere,
oltre che le soddisfazioni spirituali del cantare
durante le funzioni religiose, anche quelle materiali
degli applausi del pubblico in un concerto.
In questi anni, il coro ha affrontato dei temi nella
scelta del repertorio, questo per soddisfare di volta
in volta certe richieste provenienti da più
parti. Così c’è stato il periodo degli
“spirituals”, famoso genere di canto a carattere sacro,
dei neri d'America; il periodo dedicato allo studio
di una messa completa, con la "Missa Brevis" del Rusca,
autore del 1600, e la "Deutsche Messe" di Schubert;
il periodo dei canti a tre voci femminili, al periodo
lirico dedicato a Verdi, nel suo centenario, a Mozart
e Donizetti, con varie pagine operistiche .
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